Spesso non siamo consapevoli delle nostre capacità e non riusciamo ad esporci con sicurezza come dovremmo, soprattutto se siamo all’inizio della nostra carriera lavorativa. La sindrome dell’impostore è una trappola in cui tantissimi freelance cadono, soprattutto chi è cresciuto in un ambiente che ha sempre spronato a fare di più.
Che cos’è la Sindrome dell’impostore
Hai presente quando qualcuno si complimenta con te ma il tuo unico pensiero è “non credo di essere abbastanza bravo per sentirmi fare questi elogi”?
Oppure quando, osservando un tuo collega, non ti senti bravo quanto lui, anche se i risultati ottenuti dimostrano il contrario?
Ecco, questi pensieri sono tipici di chi soffre della sindrome dell’impostore, ovvero persone che non si sentono mai all’ altezza e degne del successo raggiunto.
Il tuo successo non è dovuto al caso. Sicuramente trovarsi nel posto giusto al momento giusto può essere d’aiuto, ma mantenere alto questo successo è una condizione dettata dalla tua bravura. Tienilo a mente.
Purtroppo questa percezione colpisce tantissime persone, e molto spesso dimostra una bassa autostima.
Ci sono passata anche io, purtroppo, ma risollevarsi è assolutamente possibile!
Come riconoscere i sintomi della Sindrome dell’ impostore
Paura, ansia, convinzione di ingannare le persone: questi sono solamente alcuni dei sintomi che si manifestano con la sindrome dell’impostore.
Potrei continuare all’infinito, ma mi limito ad aggiungere solo un sintomo che sono certa ti risuonerà nella mente se ne sei affetto: mania di perfezionismo.
Qualsiasi sia il risultato raggiunto, non sarà mai abbastanza perchè pensare di essere stati solamente fortunati è più semplice che rendersi conto delle proprie capacità.
Purtroppo so bene di cosa parlo, perchè sono caduta in questa trappola tante volte e ancora oggi ci inciampo, ma sapendo riconoscerne i sintomi riesco quasi sempre a uscirne in tempo!
Ma da cosa è causato questo blocco?
Le teorie sono tantissime, ma sicuramente un aspetto che può contribuire ad enfatizzare questi sintomi è l’ essere cresciuti in un ambiente familiare molto critico.
So di per certo che potrei scatenare l’ira dei miei genitori mentre stanno leggendo questo articolo.
Metto quindi subito le cose in chiaro dicendo che non attribuisco alcuna colpa a loro. Spronare a dare il meglio è cosa buona e giusta, ma ci sono persone più o meno recettive che assimilano gli stimoli in modo diverso.
I miei genitori sono stati sempre critici, chiedendomi apertamente il motivo dei miei risultati e perchè non avessi ottenuto, ad esempio, un voto più alto a scuola.
Tutto ciò mi ha messo alla ricerca continua di un successo sempre più elevato senza essere mai soddisfatta di ciò che avevo già tra le mani.
Troppa autocritica però ha rischiato di rallentare i progressi del mio lavoro.
Come gestire la sindrome dell’impostore quando si è un freelance emergente
Quando ho intrapreso la mia carriera da freelance digitale avevo alle spalle anni di studio, ma ero nuova nel mio settore.
Inconsciamente paragonavo la mia preparazione al posizionamento affermato dei miei competitor che vantavano un seguito corposo su Instagram, mentre io partivo da zero.
Questo ha contribuito a pormi domande che vedevano un ovvia risposta per chi soffre della sindrome dell’impostore: come posso pretendere di arrivare a quel punto?
Tale convinzione è stata estremamente limitante sia per la mia mente che per il mio business facendomi perdere alcuni mesi di lavoro che, se tornassi indietro, affronterei con un altro mindset.
Quindi il primo passo da fare per uscirne è rendersene conto. Ebbene sì, sembra una ovvietà, ma è davvero così!
Capire che le nostre ansie derivano da come siamo stati cresciuti e dall’oppressione sociale in cui abbiamo vissuto è fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi.
Se lavori come freelance è difficile gestire questa sindrome ma una volta che ti sei reso conto di soffrirne, devi affrontare di petto le tue insicurezze.
Affrontare le proprie insicurezze ti farà superare la sindrome dell’impostore
Per anni la mia sindrome dell’impostore si è manifestata con la paura di parlare in pubblico.
Dico davvero! Ogni volta entravo nel pallone totale: dalle interrogazioni a scuola a quando su un palco mi sono trovata a parlare davanti a una platea gremita di gente.
Gli attimi che precedevano queste situazioni erano terribili!
Sudorazione a mille, voce tremolante, balbuzie improvvisa, vuoti di memoria. Il mio cervello si resettava e mi faceva fare la figura di quella che “non sapeva ciò che stava facendo”.
Per molto tempo non ho affrontato tutto questo; mi sono limitata a giustificarmi con frasi come “mi vergogno” / ” mi agito troppo e non sono in grado” .
Sapevo bene che prima o poi avrei dovuto fare i conti con la realtà e non sarei potuta andare avanti tutta la vita così!
Il 25 Gennaio 2019 è stato il giorno che ho deciso che avrei dovuto affrontare le mie paure: io e Marcello abbiamo presentato il primo spettacolo teatrale di Joe Bastianich.
Dovevo fare i conti con un teatro gremito di gente, un personaggio di calibro internazionale che debuttava per la prima volta in un teatro italiano e con a fianco il mio compagno di vita. Non potevo assolutamente fare brutta figura!
Respirare e bere tanta camomilla non sarebbe bastato e ho deciso di iniziare a prendere consapevolezza delle mie paure e lavorarci con calma.
E’ stato proprio in questa occasione che ho iniziato a leggere i miei primi libri di crescita personale: la scelta migliore che potessi fare!
Ero agitata, la voce tremava ma per la prima volta ho aperto io la serata, parlando a testa alta e con la schiena eretta: ho messo in atto ogni singolo consiglio letto su quel libro.
E’ andata bene? Sì, ma poteva andare meglio (dice la mia mente autocritica). Da quella sera però ho capito che avere a fianco un metodo di supporto professionale è fondamentale per non farsi sopraffare dalle emozioni.
Perché creare una rete di supporto professionale
Avere un supporto professionale è fondamentale se lavori come freelance proprio perchè lavori in completa autonomia!
I contro di chi ha una professione come la mia sono costituiti anche da questa difficoltà. Lavorare da soli spesso non ci porta a confrontarci con altre persone e dimentichiamo quali grandi opportunità ci precludiamo abbandonando questa pratica.
Confronto significa opportunità, opportunità significa crescita: ne ho parlato approfonditamente nel mio articolo su cosa ho imparato dal mio lavoro nel 2022
Negli anni ho capito che confrontarmi con persone affini a me mi dava la libertà di parlare delle mie difficoltà e di scoprire che non erano solo mie.
Sapere che tante altre persone, che per me valevano molto più di me, in realtà si sentivano inferiori, mi ha fatto capire che non ero sbagliata.
Con queste persone ho instaurato un rapporto di estrema sincerità che ci porta a confidarci, sostenerci, analizzare quali sono le paure, difficoltà e sbagli.
Sembra stupido, ma parlare a voce alta di ciò che ci turba e che non ci fa sentire all’ altezza è un ottimo rimedio per prendere maggiore consapevolezza e fiducia in se stessi!
Ed è proprio per questi motivi, la consapevolezza e la condivisione che insieme al membro numero uno del mio team di supporto, ho aperto il mio primo canale YouTube Te lo Spieghiamo Noi in cui affrontiamo proprio questi temi!
Ma la sua identità…te la svelo la prossima volta!