Il mio nome è Lorenza Rossi e mi farebbe immensamente piacere raccontarti la mia storia!
Come ogni storia che si rispetti, partiamo dal principio!
Nel lontano 2013 apro la mia prima Partita Iva con l’intento di ampliare l’attività di famiglia nel settore del commercio ambulante, vero marchio dei “Rossi” da tantissime generazioni.
Primo problema: nella mia vita avevo studiato tutt’altro e mi stavo buttando in qualcosa che forse non sentivo nemmeno mio più di quanto cercassi di ripetermi.
Ok, cerco di essere più chiara.
Sentirsi in gabbia
Vedi, nonostante quella fosse la mia attività, sudata e pagata con le mie tasche, la sentivo troppo stretta per me. E la cosa più grave è che non capivo cosa mi soffocasse.
L’unica cosa tangibile era un velo di tristezza che mi accompagnava durante le giornate.
Probabilmente, se fossi stata in Matrix, Morpheus avrebbe detto più o meno queste parole: “È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra. Non sai bene di che si tratta ma l’avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto.”
E qualcosa che non quadrava, effettivamente c’era.
Un uragano stava per abbattersi sulla povera Lorenza Rossi e sul mondo intero…
Dal 21 febbraio del 2020 mi sono ritrovata a casa senza la possibilità d’incassare un Euro, con un mutuo da pagare e nessuna sovvenzione statale.
In pratica stavo vivendo un “riadattamento pandemico” del film Jumanji: “A casa dovrai stare finché un 5 o un 8 non compare!”.
Le opzioni erano due: sperare in un miracolo, trascorrendo i mesi a venire piangendomi addosso sul divano di casa mia o ascoltare il mio istinto.
Istinto che mi diceva che era il momento di cambiare completamente strada.
Ovviamente per cosa potevo optare se non per la seconda opzione? “Brava Lori, la strada più difficile…”
Lorenza Rossi, la pandemia e il lockdown
E venne il Covid e tutto cambiò.
Sì, perché se è già difficile fare i conti con una pandemia, lo è ancora di più se il presunto “paziente zero” vive nella tua città.
E non ti sto parlando di una metropoli, ma di Fiorenzuola d’Arda, una cittadina di circa 15 mila abitanti!
Per me, per la mia attività e per il popolo delle Partite Iva ambulanti piacentine è stato un’ecatombe.
Come spendere molto bene 300 euro…
Il fatto è che non volevo permettere più a nessuno di mettere un freno ai miei guadagni, né tanto meno impedirmi di lavorare! Del resto la mia passione per i social network e la comunicazione era sempre stata presente; l’avevo soltanto riposta in un cassetto mai chiuso per davvero.
Avevo 300 Euro e ne investii 298 per un webinar che m’illuminò letteralmente. Pazzia? Forse sì, ma se non avessi fatto quella scelta ora non sarei qui, ne sono convinta!
Vedi, sono molto legata alle tradizioni lavorative (e non) del nostro territorio, e veder soffrire così tanto le attività locali per via dell’evoluzione digitale mi ha sempre fatto pensare.
Sono una di quelle persone che ha sempre visto la tecnologia come un’opportunità e non come il male assoluto. E sono anche certa che che la tecnologia è un mezzo da sfruttare per mantenere in vita il commercio tradizionale.
Il problema è che oggi come allora, sono tantissime le attività che la usano troppo e male, con il risultato di non cavarne un ragno dal buco.
Se non potevo salvare il mondo (e non è ancora detto che non succeda), quanto meno avrei potuto provare a fare qualcosa per rendere tutti un po’ più digitali!
Ripresi in mano i libri e ricominciai a studiare, a formarmi e a testare cosa funzionava sui social. La via era tracciata: dovevo unire la mia esperienza nella vendita al dettaglio alla mia passione per la comunicazione con lo scopo di metterle al servizio di chi ne aveva bisogno!
E sai cos’ho fatto? Ho aperto un canale da food blogger!
La paura di splendere
Ok, avevo ben chiaro chi volevo diventare e quale lavoro avrei voluto fare “da grande”. Ora lo scoglio più grande da superare era quello di dover fare i conti con l’opinione della gente.
Già immaginavo i discorsi…
C:“Sai che Lorenza Rossi è impazzita e si è messa a fare comunicazione e marketing?”
CCMSAUPA: “Ma chi, la Rossi che fino a ieri faceva l’ambulante?!? Ma cosa vuoi che ne capisca di comunicazione!?”
(C: Conoscente | CCMSAUPA: Conoscente che mi sta anche un po’ antipatico)
Tralasciando i film mentali che mi stavo facendo in quel periodo (che tanto film mentali non erano), la scelta di aprire una pagina da food blogger su Instagram mi sembrava un’ottima idea.
Questa opzione mi avrebbe dato il tempo di comprendere le dinamiche del social, studiare l’algoritmo, imparare a scrivere le caption, creare i reel, instaurare un legame con gli utenti, per poi in futuro insegnarlo ai miei clienti!
Ma dovevo ancora fare i conti con la mia più grande detrattrice: me stessa.
Sì, perché non mi sentivo ancora all’altezza di propormi come esperta del mondo dei social, e questo nonostante nei mesi precedenti avessi seguito decine di corsi e mi fossi iscritta a un nuovo corso di laurea in Digital Marketing.
Poi, la svolta.
Operazione multitasking
In una giornata soleggiata di fine dicembre del 2020 (in realtà non ricordo assolutamente le condizioni meteorologiche, ma mi piace ricordarla così), mi contattò un’attività della mia città.
La richiesta era quella di seguire i suoi social!
Dopo le prime settimane, erano talmente entusiasti del mio lavoro e dei risultati ottenuti che mi “raccomandarono” ad altre due attività.
A onore del vero sulla mia pagina Instagram ancora non traspariva nulla del mio lavoro e tanto meno dei miei piani di conquista del mondo, ma ciò nonostante i clienti aumentavano e avevo iniziato anche a collaborare con un’agenzia di comunicazione!
La mole di lavoro era impressionante!
Devi sapere che la gestione in solitaria di una pagina social è davvero sfiancante!
Infatti all’epoca mi occupavo di tutto io! Scatti fotografici, riprese per i reel, editing, programmazione, e chi più ne ha più ne metta.
La paga era bassissima per la mole di lavoro ma il mio bagaglio culturale cresceva e ogni giorno imparavo nuove skills.
Era arrivato il momento di fare il salto di qualità se volevo davvero raggiungere il mio obiettivo: insegnare a commercianti e imprenditori come trovare la strategia vincente su Instagram per valorizzare il loro brand!
Lorenza Rossi, la consulente marketing
Presi il coraggio a due mani e decisi che Instagram doveva essere la mia vetrina sul mondo. Dovevo mostrarmi per la professionista che ero diventata, e questa nuova Lorenza Rossi doveva trasudare sicurezza!
E fu così che cambio qualcosa in me.
Ripetere più volte a me stessa che dovevo essere più sicura, mi ha reso davvero così!
Oggi non ti so dire perché abbia impiegato così tanto tempo ad applicare su di me i consigli che davo ai miei clienti, ma nell’esatto momento in cui su Instagram ho cominciato a parlare del mio lavoro, mi si sono spalancate tantissime porte.
Sono uscita dalla mia zona di confort e mi sono mostrata per ciò che ero diventata. Una consulente marketing e digital coach!
Non ero più la semplice ambulante, ma un’imprenditrice a tutti gli effetti che stava raggiungendo il suo sogno!
Perché poi, alla fine essere imprenditori vuol dire proprio questo: trasformare le proprie idee e convinzioni in business. Prendere in mano la propria vita e puntare le mete desirate.
Anche quando questo vuol dire rischiare tutto.
Se non avessi fatto tutto questo, oggi non collaborerei con altri imprenditori sparsi in tutta Italia, non avrei lavorato a progetti importanti e non avrei conosciuto i miei attuali soci con cui ho dato vita al lavoro dei miei sogni!
Se hai avuto la pazienza di leggere fino a qui, ti chiedo scusa se mi sono dilungata, ma la mia storia è qualcosa di cui sono particolarmente orgogliosa.
Una storia fatta di ansie, paure e del coraggio che ci vuole per cambiare vita!